Ho iniziato a studiare danza tardi, quando la maggioranza degli allievi pensa di smettere.
Ovviamente tutti mi sconsigliavano ma non c’era verso: mi sono talmente appassionata anzi ammalata di passione che ho resistito a denti stretti e intossicato tutti con la mia passione per la danza.
Era tardi per diventare una ballerina professionista ma ho fatto tutto quello che era possibile per studiare tanto e studiare bene. Aver fatto una gavetta cosi brutale e aver vissuto sulla mia pelle la difficoltà tecnica, tutte le domande sul come e sul perché si facevano certe cose, tutto questo mi ha aiutato, piú avanti, ad essere particolarmente efficace come insegnante.
Con ostinazione ho continuato a studiare intensamente e piú tardi sono riuscita poi a diplomarmi ed sviluppare una bella carriera come insegnante, poi esaminatrice e tutor degli insegnanti della Royal Academy, ed accompagnare tanti ragazzi a sviluppare il loro talento, studiare e diventare danzatori professionisti o maestri a loro volta.
Quello che ho realizzato solo dopo diversi anni peró era che tutta quella strada fatta per migliorare tecnicamente e per diventare una brava maestra, non aveva avuto un impatto enorme sul mondo che girava intorno a me. La danza nella mia cittá -cosi come dappertutto- continuava ad essere una cosa davvero poco importante. Eppure a me sembrava che la mia scuola trasformasse le vite dei ragazzi oltre ad insegnare loro la tecnica. Ma tutto questo sembrava evidente solo per me, per tutti gli altri era un mistero anzi… un dato praticamente invisibile.
Un giorno, circa 20 anni fa dovevamo creare una pubblicazione per presentare la scuola di danza, lo avevo fatto tante altre volte, foto testi… solite cose. “Dai stavolta andiamo da questo che é bravo e ci fa una cosa diversa dal solito!”. Mi ricordo che dopo avergli spedito il materiale mi dice che vuole che ci sentiamo per capire. Non c’era tanto da capire secondo me.
“Qual é il messaggio che deve uscire da questo libretto?” mi chiede.
Messaggio? E’ una scuola di danza, dico io, facciamo lezioni di danza. Ha alzato gli occhi al cielo e ha iniziato a farmi una bella intervista (obiettivi, dinamiche, aspirazioni). Quando, dopo alcune settimane il libretto fu pubblicato, finalmente compresi cosa intendeva: avevo in mano un bellissimo prodotto che dimostrava quello che facevamo nella scuola, per chi lo facevamo e soprattutto quali erano i vantaggi che i ragazzi e le famiglie ottenevano.
Si, c’erano le lezioni di danza, ma c’era anche la nostra passione per l’educazione dei ragazzi e la loro crescita, c’era l’amicizia e c’era anche un forte senso di comunita’.
Ho capito che fino a quel momento era mancato un pezzo … cioé la nostra capacitá di DIVULGARE NEL MODO GIUSTO l’importanza educativa della scuola di danza e poterle cosí assegnare il giusto valore.
Da questa nostra capacitá di divulgare infatti non dipende solo il riconoscimento esterno rispetto al lavoro che svolgiamo, ma anche la forza delle radici della nostra comunitá che é composta dagli allievi, dalle loro famiglie e dai colleghi che condividono con noi il progetto educativo.
E se vogliamo che le istituzioni ci prendano sul serio, dobbiamo essere i noi i primi a prendere sul serio la scuola di danza e questo lavoro. E per quanto lo amiamo, questo non succede sempre.
Prenderlo sul serio significa ad esempio…
-programmare a lungo e medio termine
-fare un listino che non svenda quello che facciamo
-contornarsi di persone che abbiano competenze complementari con le nostre
-mettersi insieme ad altre scuole per raggiungere obiettivi comuni
-considerare gli aspetti fiscali e burocratici non solo come stupidi fastidi ma in fondo una modalitá per appartenere a pieno titolo ad un contesto professionale.
Forse questo puó significare che dovremo magari chiedere una mano a qualcuno che ci affianchi. Forse qualcuno scoprirá che per avere uno stipendio decente facendo l’insegnante di danza dovrà avere una tariffa oraria di un certo livello e che questo deve corrispondere ad una qualita’ e ad uno spessore di risultati che sono in buona parte sotto la propria responsabilita’.
Certamente quello che tutti possiamo fare, anche nel soggettivo e a volte nebuloso mondo dell’arte e della danza, é partire dai risultati che possiamo offrire, prenderci la responsabilitá di perseguirli e divulgare con tenacia e persistenza questo nostro bellissimo messaggio educativo.
Forza maestri!
con affetto
Sonia Greco
Mail: sonia.greco@danz-up.com
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