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Grazie!

Ho un lavoro interessante non c’è che dire.

Insegnare a chi ti sceglie come maestra e non è obbligato a farlo è già partire con un bel vantaggio. Insegnare danza classica è una cosa bellissima e insegnare anche a livello professionale è una condizione molto speciale. Quando questo lavoro ti porta a viaggiare per il mondo, conoscere nuove situazioni e culture e rigenerarsi quando (sempre) ce n’è bisogno, mi sento ancora più fortunata.

In questo lavoro ci sono anche tante responsabilità: oltre agli aspetti educativi e formativi che tutti noi ci prefiggiamo, c’è la scoperta guidata del futuro dei ragazzi le cui famiglie ci hanno affidato con fiducia. Sono bambini e bambine che arrivano nella scuola per caso poi passano con noi tantissimi anni: vengono quando frequentano la materna e poco dopo festeggiano con noi i loro 18 anni.

Ci hanno visto ricoprire diversi ruoli insegnanti di danza, psicologa, infermiera, taxista, promoter, agente di viaggi, parrucchiera… insegniamo loro tante cose, tutte preziose e non tutte hanno strettamente a che fare con la danza.

Ho scoperto che uno di quei “fondamentali” che dobbiamo insegnare è la GRATITUDINE.

E’ difficile definire concretamente la speciale qualità che un’insegnante o una scuola offre nello svolgere il proprio ruolo: non si tratta solo di risultati professionali -che non devono mancare- ma anche dell’attenzione verso le persone e il loro futuro, soprattutto come esseri umani.

E’ importante che i ragazzi si accorgano delle attenzioni e delle opportunità che questa generosità mette loro a disposizione. Ma quello che sembrerebbe naturale ..va invece insegnato, esattamente come le altre cose. Infatti sono sempre più tristemente convinta che “a casa” questo non sia considerato un aspetto importante.

Io dico che lo è.

I modi per dire “grazie” sono infiniti e sono tutti belli quando sono sinceri: un bigliettino, un disegno, ogni bambino o adulto ha a portata di mano gli strumenti adeguati per dimostrare di essere grato ed esprimerlo con un segno. Dobbiamo solo fermarci un attimo a pensare e mettere le cose in fila.

Ad esempio io, in queste righe, voglio esprimere il mio GRAZIE alle mie colleghe Cristiana e Licia che stanno vivendo con me questa avventura da 35 anni (!!) per la loro generosità, la fede e il cuore con cui si dedicano alla scuola. Auguro a tutti di avere di poter avere delle colleghe come loro sulle quali poter contare sempre.

Perché lo scrivo qui? Perché dire grazie è bellissimo, ma più orecchie sentono e meglio è.

Sonia Greco

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Dovrebbe motivare mia figlia

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