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Danzare…Chi può?

Stamattina leggevo un post di collega che si augurava la fine di certi comportamenti da parte di quei “Maestri” che suggeriscono ai bambini di non fare danza se non hanno un corpo naturalmente “dotato” o se sono “grossi-non hanno i piedi” etc. creando ingiustamente frustrazioni e insicurezza.

Le parole feriscono, creano danni…grossi danni. 

Lo sappiamo tutti che ci sono dei canoni estetici piuttosto precisi nella danza professionale, specie in quella classica ma quale effetto hanno queste etichette sulla psicologia dei ragazzi? 

E’ vero, a volte i corpi dei ragazzi presentano delle sfide, a volte la crescita stessa  presenta le sue sfide ma quanto lavoro possiamo fare noi insegnanti sui ragazzi che desiderano studiare e… studiare tanto?!?

Non solo ci sono ragazzi “poco dotati” che grazie ad un buon lavoro sono riusciti a valorizzarsi e a danzare professionalmente, ma non dimentichiamo anche il valore strettamente educativo e i tantissimi benefici che comunque la danza offre a chiunque la pratica.

Questo è un tesoro di grandissimo valore e se tiriamo una riga è quello che resta per la maggioranza dei ragazzi che passano per una scuola di danza. Non solo diamo loro una competenza tecnica, una preparazione atletica ma diamo una disciplina mentale, una capacità di perseguire obiettivi e tante altre cose che torneranno loro utili in mille altre occasioni. 

Le vicende legate alla ritmica che sono emerse pochi mesi fa e che hanno messo alla luce comportamenti molto discutibili di dirigenti e allenatori, fanno facilmente pensare che ci siano tanti brutti racconti da fare emergere anche dall’ambiente della danza.

A quanti ragazzi è stata rubata una sicurezza che spettava loro di diritto e a volte persino un’identità è stata calpestata.

Questi metodi e questi modelli di leadership non hanno più spazio né nel mondo aziendale, né in quello della formazione, non vedo perché dovrebbero averne nel mondo dell’arte. 

E noi cosa ci possiamo fare? 

Beh oltre a trattare i nostri ragazzi con rispetto e vicinanza, credo che sia il caso di “prepararli” in modo che sappiano diventare impermeabili a certe osservazioni e teniamo lontani questi personaggi dalle nostre scuole, non ne abbiamo proprio bisogno. 

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